La media art può rappresentare un nuovo modello didattico per l’insegnamento della scienza?
È questa la sfida che si pone il progetto Carbon Footprint attraverso le arti digitali. Nuovi modelli didattici per l’insegnamento della scienza, finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e promosso dalla Fondazione Mondo Digitale, in collaborazione con Sapienza Università di Roma.
Stimolando la creatività e utilizzando i nuovi strumenti multimediali, il progetto ricerca e sviluppa nuove metodologie didattiche attraverso le arti che utilizzano le nuove tecnologie, per sensibilizzare i più giovani sulla conoscenza di un fenomeno cruciale per lo sviluppo sostenibile: Carbon Footprint.
Sono tre gli artisti italiani che stanno lavorando con diverse scuole del territorio romano per realizzare un’opera d’arte da esporre durante il Media Art Festival, supervisionati da Massimo Margotti fisico e ricercatore, incaricato dall’Università Sapienza per garantire la validità scientifica delle opere.
GLI ARTISTI
Matteo Nasini lavora con una classe dell’istituto Amaldi e una dell’istituto Pertini di Genzano. Attraverso una telecamera a raggi infrarossi sta realizzando un’opera di video arte che mostra e indaga le possibilità espressive dell’anidride carbonica per creare un contenuto che possa sensibilizzare lo spettatore attraverso un media di grande fruizione.
Mariagrazia Pontorno lavora con una classe dell’Istituto Da Vinci e una dell’istituto Avogadroe sta realizzando una installazione sonora costituita da due parabole specchianti di epoca Neoclassica che diffonderanno il brano musicale Black Flower composto dagli studenti.
Elena Bellantoni, con una classe dell’istituto De Chirico e una dell’istituto Maffeo Pantaleoni di Frascati, sta realizzando una video installazione a partire dall’idea dei sistemi complessi.